Il punk è morto. Questa la convinzione di Joe Corré, l’imprenditore e attivista, figlio di Malcolm McLaren, manager dei Sex Pistols, e della stilista Vivienne Westwood, dunque “erede” del punk, che ha letteralmente bruciato un patrimonio del valore di 5 milioni di sterline in cimeli dell’era punk. Ma andiamo con ordine.

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L’imprenditore è entrato in aperta polemica con l’establishment, dopo la presunta dichiarazione della Regina Elisabetta II che avrebbe definito ufficialmente il 2016  “l’anno del punk”. In realtà non è arrivata alcuna conferma da Buckingham Palace in merito a questa affermazione, ma tanto è bastato all’imprenditore per scendere sul piede di guerra – Il punk – ha dichiarato – da movimento ribelle è diventato un fenomeno da fast food, controllato dallo Stato, dall’establishment e dalle multinazionali – La benedizione ufficiale della regina è una delle cose più spaventose che abbia mai sentito – ha aggiunto – Come si può parlare di cultura alternativa e punk e essere accostati al mainstream? Piuttosto che un movimento per il cambiamento, il punk è diventato un pezzo da museo o, peggio ancora, un tributo.

Per dare voce e senso alla sua protesta, Corré ha quindi deciso di mettere all’asta su eBay la sua intera collezione dedicata al punk, del valore stimato di oltre 5 milioni di sterline, e devolvere poi il ricavato in beneficenza.  L’asta, iniziata il 17 novembre, ha però raccolto solo 62.500 sterline, da qui la dichiarazione shock – È ora di dare tutto alle fiamme – aggiungendo che il 26 novembre 2016, giorno del 40esimo compleanno del punk, ovvero dell’uscita di Anarchy in the UK, primo leggendario singolo dei Sex Pistols e manifesto del punk, avrebbe bruciato pubblicamente tutto quanto rimasto di un’epoca della musica.

Il 26 è arrivato e Corré ha mantenuto fede alla promessa: su una barca in mezzo al Tamigi, a Londra, ha dato alle fiamme quanto rimasto dei 26 mesi di esistenza dei Sex Pistols, durante i quali il gruppo aveva pubblicato un solo album ed una manciata di singoli, pochi mesi che sono però bastati ad influenzare un’intera generazione e far diventare i Sex Pistols i veri “nemici pubblici numero 1” . Nel fuoco sono così finite registrazioni inedite dei Sex Pistols, abiti appartenuti al frontman Johnny Rotten e anche la famosa bambola con la svastica di Sid Vicious.

Ecco il video del rogo

Il punk è morto. Viva il punk.